Si ritiene che il tè sia stato bevuto, per la prima volta (o forse in modo più consapevole) in Giappone durante il periodo Nara (710-784), anche se i semi furono piantati per la prima volta nel tardo periodo Heinan (794-1185).
Un testo del 729 racconta di un regalo diplomatico, del tè appunto, che fu inviato, regalato dalla corte Tang all'imperatore Shomu che servì, fece provare questa nuova infusione a circa un centinaio di Monaci invitati nel suo palazzo a Nara per recitare dei Sutra (Maha Prajñāpāramitā sutra).
Testi successivi registrano che la pratica dell' InCha, ovvero di bere tè durante le meditazioni (nei conventi), cominciò durante la Jogan Era (859-878), il secondo dei quattro giorni di recitazione dei sutra a corte, e questa pratica iniziò proprio nel 729 dopo cristo, durante il regno dell'imperatore Shomu.
In realtà, la storia potrebbe essere leggermente diversa.
E la diffusione del tè si deve, questo è appurato, a tre monaci, che portarono, dopo pellegrinaggi religiosi e di studio, il tè, e non solo, in terra nipponica.
Ma come sono andati i fatti, secondo le cronache del tempo?
𝗦𝗮𝗶𝗰𝗵𝗼̄ | 𝗞𝘂̄𝗸𝗮𝗶 | 𝗘𝗶𝗰𝗵𝘂, tre monaci come i re Magi.
𝗦𝗮𝗶𝗰𝗵𝗼̄.
𝗟𝘂̀ 𝗬𝘂̌ (陆羽) morì in Cina nel 804 dopo Cristo, e nello stesso anno il Monaco Giapponese 𝗦𝗮𝗶𝗰𝗵𝗼̄ (最澄, 767-822) salpò dal Giappone verso la Cina, approdando a Níngbō (宁波).
Il Monaco Giapponese viaggiò successivamente fino al Monastero sul Monte Tiāntāi nello Zhèjiāng.
Permeato dalla dottrina buddista, 𝗦𝗮𝗶𝗰𝗵𝗼̄ fondò la Scuola di buddismo Tendai, intorno all’anno 805.
Si racconta, si dice che oltre questa nuova idea di Buddisimo, Il monaco portò in Giappone anche del tè e soprattutto dei semi, con sè.
𝗞𝘂̄𝗸𝗮𝗶
Sempre nell’804, lo stesso anno della Morte di 𝗟𝘂̀ 𝗬𝘂̌ (陆羽) e dell’arrivo di 𝗦𝗮𝗶𝗰𝗵𝗼̄, un altro giovane Monaco partì dal Giappone per la Cina: 𝗞𝘂̄𝗸𝗮𝗶 (空海, 774-835), approdando però più a sud, nel Fujian.
Successivamente raggiunse la capitale Cháng’ān per studiare le scritture al Tempio Del Dragone Azzurro (Qīnglóng 青龙寺) insieme al maestro Huiguò.
Dopo altri studi e visite in vari templi e a vari monaci, nel 806 ritornò in Giappone, fondò la la scuola di buddismo Shingon e portò, anch’egli, del tè e dei semi.
Data la fama, nell’809 divenne un protetto dell’𝗜𝗺𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗴𝗮.
𝗘𝗶𝗰𝗵𝘂 (non riesco a trovare foto :)
Come registrato in nell’antologia 𝗥𝘆𝗼𝘂𝗻𝘀𝗵𝘂 (𝟴𝟭𝟰) e nel 𝗡𝗶𝗵𝗼𝗻 𝗞𝗼𝘂𝗸𝗶 (日本後紀, note sul Giappone, 840) un altro monaco tornò in Giappone dopo un viaggio in Cina, 𝗘𝗶𝗰𝗵𝘂 (永忠), ed anch'egli portò dei semi e alcune forme di Tè pressato.
𝗘𝗶𝗰𝗵𝘂 (永忠) divenne monaco al Tempio di Bonshakuji nella provincia di Omi e durante una visita, servì del tè all’𝗜𝗺𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗴𝗮 (sermpre lui!), il quale, evidentemente, apprezzò molto la bevanda tanto che, nel’816 decretò che nell’area di Kinki, nella regione di Kyoto, si sarebbero dovute piantare e coltivare le Prime Piante di tè sul suolo Nipponico.
Per i primi decenni, il tè fu ad esclusivo appannaggio dell’imperatore, della Corte e dei Nobili e ovviamente, dei Monaci.
In quel periodo il tè veniva prodotto esattamente come in Cina: “cotto a vapore”, sminuzzato e compresso in forme, o se preferite, torte.
Leave a comment